Agenti chimici aerodispersi UNI EN 689:2019: sostanze reprotossiche o con restrizioni REACH

La norma UNI EN 689:2019 definisce i criteri per valutare l'esposizione per inalazione agli agenti chimici aerodispersi nei luoghi di lavoro. Il suo obiettivo principale è verificare se l'esposizione dei lavoratori rientra nei limiti di esposizione professionale (OEL - Occupational Exposure Limits) e stabilire strategie di monitoraggio per gestire il rischio chimico. Tra le sostanze chimiche regolamentate, si presta particolare attenzione alle sostanze reprotossiche e a quelle soggette a restrizioni dal Regolamento REACH (Regolamento CE 1907/2006).
Le sostanze reprotossiche sono agenti chimici che possono influenzare negativamente la fertilità o causare danni allo sviluppo del feto. In base al Regolamento CLP (Regolamento CE 1272/2008), queste sostanze vengono classificate in base al loro grado di pericolosità. La misurazione precisa di tali agenti rappresenta una sfida complessa, che richiede metodi analitici affidabili e strategie di campionamento adeguate ma è fondamentale per valutare il rispetto dei limiti di esposizione e per garantire la sicurezza dei lavoratori. Tuttavia, questa attività presenta diverse criticità come i Limiti di Rilevabilità e Sensibilità dei Metodi
Molte sostanze reprotossiche hanno limiti di esposizione molto bassi, talvolta nell'ordine delle parti per miliardo (ppb). Per ottenere misure affidabili, è necessario impiegare metodi analitici ad alta sensibilità, come la Gas Cromatografia (GC) con spettrometria di massa (MS), la Spettroscopia di Assorbimento Atomico (AAS) e l’ HPLC (High Performance Liquid Chromatography).
I metodi di campionamento devono essere scelti in base alle caratteristiche della sostanza e alla durata dell’esposizione e le principali tecniche comprendono il campionamento attivo o passivo (diffusivo), il campionamento istantaneo, utile per picchi di esposizione improvvisi e quello a lungo termine, per valutare esposizioni croniche.
È fondamentale adottare quindi metodi di misura adeguati per garantire l'affidabilità dei dati raccolti e tutelare la salute dei lavoratori. L'evoluzione delle tecniche analitiche e delle strategie di monitoraggio contribuirà a migliorare ulteriormente la valutazione dell'esposizione, aiutando così a prevenire il rischio chimico negli ambienti di lavoro.
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