La Francia vieta i PFAS: cosa cambia per il settore alimentare?

Un passo storico nella lotta ai PFAS
A fine febbraio, la Francia ha approvato una legge innovativa che vieta l’uso dei PFAS (sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche) in cosmetici, tessuti e altri prodotti di largo consumo. Con questa decisione, la Francia diventa il primo Paese europeo a introdurre restrizioni così severe su questi inquinanti, spesso definiti "forever chemicals" per la loro resistenza alla degradazione.
Sebbene il focus principale della legge riguardi il settore tessile e cosmetico, il provvedimento ha implicazioni anche per il settore food & beverage, specialmente per quanto riguarda la sicurezza degli alimenti e dell’acqua utilizzata nei processi produttivi. Per questo, le aziende del settore dovranno essere pronte ad affrontare nuove sfide per garantire prodotti privi di contaminazione da PFAS e conformi alle future regolamentazioni.
Ma cosa significa tutto questo per l'Italia? L’introduzione di questa legge in Francia potrebbe avere ripercussioni significative anche nel nostro Paese, sia a livello normativo che nelle strategie di monitoraggio e prevenzione delle contaminazioni.
I PFAS e il rischio per la sicurezza alimentare
I PFAS sono composti chimici ampiamente utilizzati per le loro proprietà idrofobiche e oleorepellenti, ma la loro elevata persistenza nell’ambiente li ha resi un problema serio per la salute pubblica. Queste sostanze si accumulano nel suolo, nell’acqua e, di conseguenza, negli alimenti.
Le principali vie di contaminazione da PFAS nei prodotti alimentari sono diverse:
- L’acqua: l’uso di acqua contaminata nei processi produttivi rappresenta una delle principali vie di esposizione.
- Il packaging: alcuni materiali per il confezionamento, come la carta anti-grasso e i contenitori per fast food, possono rilasciare PFAS negli alimenti.
- Il suolo e l’ambiente: prodotti agricoli, carne e pesce possono contenere PFAS a causa della contaminazione ambientale e dell'uso di fertilizzanti o fanghi industriali contaminati.
Questa problematica ha spinto l’EFSA a stabilire limiti sempre più severi per l'esposizione umana ai PFAS, con particolare attenzione alla loro presenza negli alimenti.
Cosa prevede la nuova normativa francese?
La legge appena approvata in Francia introduce diverse misure che avranno impatti indiretti anche sul settore food:
- Controllo obbligatorio dei PFAS nelle acque potabili
L’autorità sanitaria francese dovrà monitorare costantemente la presenza di PFAS nell’acqua destinata al consumo umano. Questo significa che le aziende alimentari dovranno prestare maggiore attenzione all’acqua utilizzata nei loro processi produttivi.
- Tassa per chi utilizza PFAS
Un’imposta colpirà i settori che ancora fanno uso di PFAS, con i proventi destinati alla bonifica delle falde acquifere e dei terreni contaminati. Questo potrebbe avere conseguenze economiche dirette anche per il settore alimentare, in particolare per le aziende che usano materiali da imballaggio contenenti PFAS.
- Un primo passo verso restrizioni sugli imballaggi alimentari?
Al momento, la legge francese non vieta esplicitamente i PFAS negli imballaggi alimentari, ma il divieto in altri settori potrebbe spingere il governo a regolamentare anche il food packaging. In Europa, il tema è già in discussione e la Francia potrebbe aprire la strada a nuove restrizioni in questo ambito.
Quali conseguenze per l'Italia?
L’introduzione di una legge così severa in Francia potrebbe avere effetti a cascata sugli altri Paesi europei, tra cui l’Italia, in diversi modi:
- Possibili nuove restrizioni a livello europeo
La decisione della Francia potrebbe accelerare la discussione su un divieto generale dei PFAS in Europa, portando a regolamenti più severi anche in Italia. Il Regolamento (UE) 2022/2388, entrato in vigore nel 2023, ha già imposto limiti ai PFAS in determinati alimenti, ma nuove restrizioni potrebbero coinvolgere anche l’acqua potabile e gli imballaggi alimentari.
- Maggior controllo sui PFAS nell’acqua e nei prodotti alimentari
Se la Francia inizia a monitorare obbligatoriamente i PFAS nelle acque potabili, è probabile che anche l’Italia adotti una misura simile. Questo implicherebbe un aumento delle analisi obbligatorie per le aziende del settore alimentare, che dovranno garantire acqua e materie prime prive di contaminanti.
- Cambiamenti nella filiera del packaging
Molte aziende italiane esportano prodotti in Francia. Se la legislazione francese si inasprisce anche sugli imballaggi alimentari, i produttori italiani dovranno adeguarsi per continuare a vendere sul mercato francese. Questo potrebbe incentivare lo sviluppo di packaging alternativi privi di PFAS, con impatti su tutta la filiera.
Come le aziende alimentari possono prepararsi
Con una crescente attenzione normativa e una consapevolezza sempre maggiore da parte dei consumatori, le aziende del settore alimentare devono adottare strategie proattive per garantire la sicurezza e la conformità dei loro prodotti. Alcuni passi fondamentali includono:
- Monitorare la presenza di PFAS negli alimenti e nell'acqua utilizzata nei processi produttivi.
- Effettuare analisi sui materiali del packaging che potrebbero contenere PFAS.
- Adottare protocolli di controllo qualità avanzati, con analisi regolari per individuare la contaminazione da PFAS nelle materie prime e nei prodotti finiti.
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Scarica la Legge Francese 188-2025 (collegamento ipertestuale al PDF)
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