Ma se i pallet in piazzale prendessero fuoco?

Immagine che rappresenta pallet in legno nel piazzale che promuove l'articolo EHS sul blog di Lifeanalytics

Presso i piazzali all’aperto di molte aziende non è infrequente imbattersi in ampi quantitativi di pallet in legno immagazzinati per essere utilizzati per il trasporto di materiale. Spesso tale stoccaggio non è accompagnato da analoga preoccupazione riguardate il relativo rischio incendio. In parte tale sottovalutazione è giustificata: si è all’aperto, è infrequente la presenza di personale, non vi sono inneschi… da un altro punto di vista la situazione potrebbe comportare conseguenze più gravi del previsto dato che il focolare potrebbe diventare di dimensioni ingestibili e giungere a interessare pure gli ambienti produttivi aziendali.


Vediamo in che modo si può gestire al meglio tale rischio utilizzando la distanza di separazione. Tale misura non previene ovviamente l’insorgere di incendi ma rende più difficile la diffusione del fuoco e più semplice l’intervento da parte delle squadre antincendio.
Da quanto riportato risulta evidente come non sia oculata una disposizione delle palette in un unico stoccaggio ma sia opportuno la creazione di isole che, sebbene comportino un maggior impegno di spazio, portano a una diffusione del calore più ridotta e una conseguente autoaccensione più remota del materiale non ancora interessato dalle fiamme.


Il codice di prevenzione incendi, al capitolo S.3.11, ci aiuta a determinare la distanza di separazione basandosi su una soglia prefissata di irraggiamento termico di 12,6 kW/m2. Ciò perché si tralasciano le altre due modalità di trasmissione del calore consistenti nella convezione e conduzione grazie all’assunto che siano ininfluenti in un ambiente all’aperto. Il discorso sarebbe totalmente diverso al chiuso dove l’elevata temperatura dei fumi porta facilmente i materiali a temperatura di autoaccensione.


Prima di proseguire, vogliamo sottolineare come il valore di 12,6 kW/m2 sia il limite per il danno a strutture e corrisponde ad un’elevata letalità nei confronti di persone. A esplicazione di quanto asserito si ricorda che la soglia per lesioni reversibili è di 3 kW/m2 e, proprio per questo, il CO.P.I. prevede che il luogo sicuro abbia un irraggiamento massimo di 2,5 kW/m2 per il luogo sicuro. Quindi, salvo indumenti appositamente pensati per proteggere dal calore, le distanze che verranno calcolate salvaguarderanno gli altri materiali e non sono da intendersi come spazio sufficiente per la vita umana. Per far capire ulteriormente i numeri in gioco, si ricorda al lettore che il sole porta al suolo circa 1 kW/m2.


Passiamo ora a ipotizzare alcune isole e le relative distanze tali da garantire ragionevolmente che un incendio non si vada diffondendosi dall’una all’altra. Dato che i calcoli sono basati sulle piastre radianti, essi interessano solo una dimensione orizzontale e l’altezza dello stoccaggio, mentre l’altra dimensione orizzontale potrà essere di qualunque valore fino a diventare prevalente. Restano, invece, ininfluenti le caratteristiche dimensionali e calorifiche dei pallet.

Tabella esemplificativa sulle distanze e altezze delle isole di pallet, esempio riportato nell'articolo EHS del blog di Lifeanalytics


I calcoli sono stati svolti avvalendosi del metodo analitico descritto al paragrafo S.3.11.3 del Codice di Prevenzione Incendi.

Si conclude ricordando sempre che depositi di legna con quantitativi di massa superiore alle 50 tonnellate e distanze di sicurezza esterne inferiori ai 100 metri comportano l’insorgere di attività 36 soggetta ai controlli da parte dei VVF e un’isola di 10 x 10 x 2 ha già al suo interno tale massa di legno.

 

Fonti:
• Quaderno INAIL, “Focus sulla misura S.3 del Codice di prevenzione incendi
• COMPARTIMENTAZIONE”, p.68
• Codice di prevenzione incendi, allegato I del DM 3 agosto 2015, S.3.11

 

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